Guatemala – La cooperazione inclusiva abbatte le misure di confinamento
di Marinella Bacchio, Responsabile progetti Guatemala COE
L’Associazione Centro Orientamento Educativo – COE è dal 2010 in Guatemala, un territorio segnato da oltre 30 anni dalla guerra civile, da numerosi episodi di violenza contro la popolazione indigena che tenta di difendere i propri Diritti e, dalla diffusione della criminalità organizzata.
A inizio 2020 il Paese è stato gravemente colpito dalla pandemia, le misure di contenimento messe in atto dal Governo sono state devastanti, in particolare per la popolazione più povera e più vulnerabile.
Molti dei fondi statali destinati alla soluzione dei problemi locali quali: la malnutrizione e la disoccupazione, sono stati dimezzati; la chiusura delle frontiere ha azzerato il turismo, che rappresentava il 60% del PIL nazionale e le rimesse da parte dei familiari emigrati, non sono più arrivate. Inoltre l’economia informale, principale fonte di guadagno per la popolazione, ha subito un forte crollo.
In questo contesto COE ha agito immediatamente e si è reinventata: è stato erogato un fondo di microcredito per sostenere 20 aziende familiari ed hanno continuato a difendere il ruolo attivo delle persone con disabilità, già inserite nei programmi gestiti con i partner locali.
Josefa vive nel quartiere di Sololà con una disabilità motoria severa, si muove sulla sedia a rotelle. Il confinamento per lei ha significato la perdita totale di ogni relazione umana e lavorativa fuori dal nucleo familiare, che è entrato in una profonda crisi economica che non dispone più di un ingresso economico a causa del blocco dell’economia informale. Nella sua casa si è installato un orto familiare verticale che Josefa, dalla sedia a rotelle, riesce a coltivare e grazie a questo, il suo raccolto soddisfa buona parte delle necessità alimentari della sua famiglia.
L’Associazione, inoltre, ha avviato anche un piano d’azione per informare sulle norme di prevenzione e contrastare la diffusione del virus, a persone come Fernando e la sua compagna, entrambi affetti da sordità, che vivono e mantengono il figlio di un anno. Grazie ai fondi della Campagna, ha ricevuto, nella lingua dei segni, le informazioni che gli sono state indispensabili per comprendere che cosa stesse succedendo nel suo Paese e nel mondo, quali siano i rischi da un punto di vista sanitario, quali gli accorgimenti da mettere in atto per non contagiarsi e contagiare gli altri.
Ha inoltre avuto la possibilità, grazie a questi accorgimenti, di continuare a lavorare per tutto il periodo di confinamento presso l’impresa sociale Alma de Colores, partner locale del COE. È sereno per la sua vita.
Grazie alla Campagna si è potuto operare anche nel quartiere di Totonicapan dove vive Maria insieme alle sue tre figlie. Lei gestisce un piccolo commercio di produzione di uova. È riuscita a mantenere attiva la sua piccola impresa evitando la morte delle ovaiole per mancanza, tra l’altro, di mangime. Inoltre, le sono stati forniti i dispositivi di protezione e la formazione necessaria ad evitare che la vendita ed il contatto con i clienti diventassero occasione di contagio.