Kenya – La vicinanza alle famiglie e ai loro bambini disabili allontana il Coronavirus
di Grazia Orsolato, coordinatrice attività sanitarie MMI
Nelle baraccopoli, della periferia di Nairobi, continuano le attività di sensibilizzazione, prevenzione e supporto per far fronte all’emergenza COVID-19.
Le restrizioni vigenti nel Paese non hanno permesso di informare e sensibilizzare la comunità nei diversi territori e di organizzare incontri con un numero ristretto di persone. Questo, pur seguendo le norme imposte dal Governo, comporterebbe il rischio far assembrare le persone e superare le presenze.
In questo contesto, il supporto a 100 famiglie vulnerabili con bambini disabili tramite la distribuzione di pacchi alimentari, è fondamentale. Le famiglie vengono rifornite di: 1Kg e mezzo di riso, 2 Kg di farina per polenta –Ugali-, farina per porridge, di lenticchie e di fagioli.
Questo sostegno è possibile grazie al costante impegno svolto dalle Mentor Mothers, “ Madri Mentori”, che seguono tanti in tutte le fasi necessarie per la distribuzione dei pacchi. La parola mentore in italiano rappresenta il senso di queste figure: è il consigliere fidato, guida saggia, precettore. Sono le mamme della comunità con figli disabili, con un alto livello di accettazione della disabilità e di conoscenza dei diritti per le persone diversamente abili, tanto da essere veramente un punto di riferimento.
In questo modo la consegna dei pacchi ha avuto un valore aggiunto: le famiglie, infatti, hanno apprezzato molto la loro presenza e i loro consigli.
Il pacco che ricevono le famiglie, contiene anche un volantino informativo sul COVID-19, uno in inglese e uno in lingua Kiswahili. Le Mentor Mothers sensibilizzano così le famiglie su cause, sintomi e prevenzione del virus: lavarsi le mani regolarmente usando il sapone e acqua pulita, evitare di stare a contatto ravvicinato con le persone con tosse o raffreddore, mantenere una distanza di 1 metro.
È un momento per condividere anche i problemi e le necessità dei bambini, soprattutto, per quelli che seguivano un programma di riabilitazione e che ora, con le restrizioni, sono rimasti chiusi in casa.
Si crea, dunque, una situazione di scambio e di vicinanza emotiva, psicologica e comunitaria molto bella, amichevole e anche intensa.
A Korogocho la mamma di Denis, un bambino di 5 anni affetto da paralisi cerebrale, ha ringraziato mille volte: “Il cibo è arrivato proprio al momento giusto. Il COVID-19 era iniziato da un mese e la mia famiglia aveva fatto richiesta al governo attraverso una specifica piattaforma, ma il cibo non si è mai visto. Quindi grazie, questa consegna ci ha risollevato e ci ha dato speranza.”
Nell’area di Babadogo la mamma di Eddy, 2 anni e mezzo affetto da una disabilità fisica, ha invece sottolineato “La visita mi ha incoraggiato a non perdere mai la speranza che qualcosa di buono può sempre accadere. Sono una mamma single, aiutata ancora dalla mia mamma; ho iniziato un piccolo business con la vendita di banane, ma il guadagno non sempre basta, non ho una televisione e quindi vi ringrazio, anche per avermi fatto capire cos’è il COVID e come devo fare per non prenderlo.”