MADAGASCAR – La vita non offre le occasioni su un piatto d’argento, ma bisogna coglierle quando si presentano
di Maisons des Enfants Onlus – MA.D.E.
Maisons des Enfants Onlus – MA.D.E. è impegnata nella difesa dei diritti dei bambini e delle bambine del Madagascar. In particolare, nei quartieri più difficili della Capitale Antananarivo accoglie minori privi di cure genitoriali nel Centro residenziale Maison de Famille, proponendo presso il Centro sociosanitario Mère Enfant una serie di programmi di scolarizzazione, sostegno allo studio, accompagnamento genitoriale, sensibilizzazione, nutrizione, salute a favore di oltre 400 bambini tra i 5 mesi e i 14 anni di età e alle loro famiglie.
Ogni giorno decine di bambini, madri, ragazzi attraversano questi spazi con caparbietà, fiducia, con il desiderio di costruirsi una vita serena lontana dalle insidie dell’indigenza e della strada.
MA.D.E. è legata a questo territorio, nel quale opera da lunghi anni, con collaborazioni, obiettivi raggiunti e progetti ancora da realizzare. Molte delle storie sono raccontate dai protagonisti poiché sanno che gli operatori dell’Associazione sono un orecchio confidente, una spalla sulla quale piangere, un sorriso motivo per ripartire. Ogni giorno i cancelli del Centro Mère Enfant si aprono o i bambini della Maison de Famille sono accuditi in protezione.
F.P. è una delle ragazze della bidonville di Antohomadinika cresciuta insieme a MA.D.E.
Ha 17 anni e frequenta i programmi del centro Mère Enfant da quando ne aveva 3: ha imparato a leggere e scrivere nell’aula studio, nella quale faceva i suoi compiti dopo ogni giorno a scuola. Nella Sala informatica ha imparato ad usare il computer, a rispettare gli altri e lavorare in gruppo durante i laboratori ludico-ricreativi del programma Pépinière de la Joi. Ha condiviso centinaia di pasti con i suoi compagni di studio nella mensa scolastica.
Ha trovato negli anni nel dottor Gervais dell’ambulatorio medico di MA.D.E. un confidente. Con lui non ha paura di parlargli mazava mazava (chiaramente, in malgascio) di quello che riguarda il suo corpo che cambia ed il suo stato di salute.
Da grande, F.P. sogna di realizzarsi nel campo della sartoria: si esercita duramente in tutte le tecniche di cucito e ricamo ogni volta che può. Ancora oggi frequenta solo la mensa scolastica del centro Mère Enfant, mentre il resto del tempo lo impiega a scuola o nell’apprendimento delle conoscenze che le permetteranno un giorno di diventare una professionista.
F.P. ha anche un altro sogno nel cassetto: poter riuscire ad avere entrate economiche sufficienti per diventare una donna indipendente e di poter riavere la terra che suo padre perse a causa delle condizioni di precarietà socioeconomiche, nelle quali oggi vivono. Il valore affettivo di quel piccolo appezzamento è grande, ogni momento della sua infanzia è legato a quel terreno. F.P. spera che un giorno possa essere nuovamente suo e della sua famiglia. Tuttavia, sarà possibile solo con un lavoro retribuito, grazie a questo potrà emanciparsi dalla povertà, ma sarà possibile anche per il suo percorso scolastico e di formazione.
F.P. guarda intorno a sé vede che nella bidonville di Antohomadinika donne e ragazze non hanno occasioni di sfuggire la povertà e la mancanza di realizzazione. Molte ragazze come lei non hanno la forza di reagire alla frustrazione di un contesto così disperante e cadono vittime di dipendenze, abbandonano la scuola per crescere i fratelli o peggio ancora sono incinte o promesse in sposa.
F.P. vorrebbe un destino diverso per le donne del suo Paese, per le sue coetanee, per sé stessa. Combatte ogni giorno per prendersi quello che la vita non le servirà su un piatto d’argento.