Resistere e ripartire, contro l’altra pandemia: la povertà
di Massimo Pallottino, Caritas Italiana
Sapevamo che l’uscita da questo periodo terribile sarebbe stata complessa. Forse lo ‘sapevamo’, ma soltanto con la nostra mente, mentre ogni cauta riapertura ci ha illuso che il problema fosse ormai archiviato o almeno in una fase di ineluttabile risoluzione.
Forse vediamo veramente intorno a noi segnali di ripresa, augurandoci che le restrizioni alle quali siamo costretti contribuiscano realmente a proteggerci dal ritorno di guai peggiori. L’infezione corre su tutto il Pianeta e se abbiamo imparato una cosa è che un rallentamento dei contagi è in molti casi solo temporaneo, in attesa che arrivi una nuova variante oppure che il clima più freddo fornisca al virus maggiori prospettive di diffusione.
Pochi mesi fa erano le cifre impressionanti del contagio in India e in tutta l’Asia a fare paura; adesso sono gli USA, l’America Latina e alcuni paesi dell’Europa – primi fra tutti il Regno Unito, la Russia e diversi paesi dell’Europa dell’Est – a destare le preoccupazioni maggiori. Sul basso numero di casi riscontrato in Africa e in molti altri paesi del Sud globale, pesa il dubbio che quelli riportati siano in realtà solo una frazione di quelli realmente verificatisi: solo nel Continente africano si teme che sia sfuggito al conteggio fino all’85% dei casi!
Quella della pandemia è stata forse la prima vera esperienza assolutamente globale, ma che non dappertutto nel mondo sta mostrando lo stesso volto o dando luogo alle stesse reazioni.
Da un’Europa che ha vaccinato ormai il 70% dei suoi abitanti guardiamo forse un po’ distratti al 4% di persone sottoposte al vaccino in Africa, in un contesto che vede a livello globale un numero di vaccinati che non supera il 38%. La barriera contro il virus, offerta dal vaccino insieme alla cura di mantenere comportamenti prudenti, è ancora appannaggio di pochi, sul Pianeta. Le risposte messe a disposizione dalla comunità internazionale sono state finora nettamente insufficienti.
Continua il gioco di melina – quella serie di azioni fatta da passaggi continui e sterili tra i giocatori di calcio per perdere tempo – oppure di opposizione esplicita alla ragionevolissima proposta di sospendere i diritti di proprietà intellettuale per i vaccini anti COVID – 19, pur sviluppati in larghissima parte grazie a poderosi investimenti pubblici dei paesi ricchi. In questo, purtroppo, anche il Governo italiano gioca un ruolo di blocco e si schiera a difesa delle posizioni delle grandi case farmaceutiche e dei loro profitti. L’iniziativa internazionale COVAX – la proposta di fornire ai Paesi del sud globale le dosi di vaccino necessario ad una vaccinazione di massa – è caratterizzata attualmente da molte promesse e pochi fatti. Ed è ripetutamente utilizzata come arma di distrazione di massa rispetto alla possibilità di sospendere temporaneamente i diritti di proprietà intellettuale.
Se si fa fatica con l’epidemia del virus, ancora ben poco si è fatto per contrastare l’epidemia della povertà e della disuguaglianza: questa adesso è la vera sfida e lo rimarrà per molti anni a venire.
Il rapporto SOFI 2021[1] ci conferma con le statistiche la percezione di una crescente sofferenza: il numero delle persone affamate nel mondo, già in aumento dal 2014, è ancora aumentato di 161 milioni nel 2020 portandone il totale a 811 milioni.
L’impatto della pandemia è stato violento, su una situazione che già era di grave e in crescente difficoltà e ha dato una spinta fortissima nell’approfondire le faglie che attraversano l’Umanità. Le misure di blocco adottate in molti Paesi senza particolare cura per le sorti delle persone e delle comunità più fragili hanno provocato una crisi impressionante, soprattutto nelle fasce di popolazione che vivono a livelli prossimi a quello di sussistenza.
Le difficoltà causate da questo periodo avranno effetti in un tempo assai più lungo: la chiusura delle scuole e l’adozione in molti casi di metodi di didattica a distanza, hanno contribuito ancora di più all’isolamento di coloro i quali erano già isolati, sancendo una sostanziale esclusione dalle attività didattiche per larghissime fasce di popolazione che non avevano la possibilità di connessioni stabili con strumenti informatici adeguati. Tutto questo si aggiunge alla già citata esclusione dalla protezione dei vaccini, ma anche alla crisi dei sistemi sanitari nell’offrire i servizi di assistenza di base.
Sono i governi a dover far fronte a questa emergenza di povertà ed esclusione. Ed è la comunità internazionale a dover sostenere questi sforzi, dando seguito agli impegni già da molti anni assunti e mai rispettati, di investire in attività di cooperazione e di solidarietà internazionale una quota dello 0,7% del PIL e soprattutto a promuovere politiche che permettano di allentare vincoli ingiustificati e ingiustificabili nelle finanze pubbliche di questi Stati, attraverso meccanismi di gestione del sovra indebitamento dei paesi più fragili ed una più attenta ed incisiva riflessione sulle cause del continuo riemergere di situazioni di crisi finanziaria.
Chi è presente in quelle aree del mondo conosce bene questa realtà, continuando con ostinazione a rispondere agli interrogativi che vengono posti da mondi difficili ma spesso vitali, e da persone che vogliono avviare percorsi di vera promozione umana.
I 64 progetti proposti da Insieme per gli ultimi propongono questo: un cammino di cambiamento e di dignità con coloro i quali più duramente hanno pagato un prezzo alla pandemia ea ai crescenti squilibri del Pianeta. Questi interventi sono occasioni anche per tutti noi, per toccare con mano come si può stare a fianco dei giovani, delle donne, dei migranti e dei rifugiati, delle famiglie. Progetti che puntano alla costruzione di percorsi di giustizia, che rappresentano altrettanti motivi di speranza nella possibilità di un mondo più accogliente per tutti.
Essere a fianco degli ultimi sostenendo questi percorsi vuol dire schierarsi, per davvero, in difesa della dignità delle donne e degli uomini che abitano assieme a noi, nella nostra ‘Casa comune’.
[1] FAO – IFAD – UNICEF – WFP – WHO, State of Food Security and Nutrition in the World 2021. Transforming food systems for food security, improved nutrition and affordable healthy diets for all., FAO, S.l. 2021